Giro di Romandia 2017, Albasini domina Ulissi – Felline resta in giallo

Non basta la salita a fare selezione nella prima tappa del Giro di Romandia 2017. Il gruppo arriva composto da una cinquantina di unità a Champéry, dove Michael Albasini (Orica-Scott) domina gli avversari partendo all’ultima curva. Diego Ulissi (UAE Team Emirates) è il primo dei battuti davanti a Jesus Herrada (Movistar), mentre Fabio Felline (Trek-Segafredo) resiste bene in salita conservando la maglia di leader. Ripresi i fuggitivi nel finale dell’ascesa conclusiva, il gruppo ha proseguito a scatti, ma le pendenze non hanno aiutato gli attaccanti. Si è dunque arrivati tutti assieme, con il corridore della Orica-Scott abile a cogliere l’attimo giusto, anticipando la volata.

Malgrado le condizioni meteo avverse, subito due coraggiosi si lanciano all’attacco. Sander Armée (Lotto Soudal) e Marco Minnaard (Wanty – Groupe Gobert) evadono sin dal chilometro zero inseguiti da Matvey Mamykin (Katusha – Alpecin), Oliviero Troia (UAE Team Emirates), Mekseb Debesay (Dimension Data), Markus Burghardt (Bora – Hansgrohe) e Remy Mertz (Lotto Soudal). Se quest’ultimo si rialza, gli altri rientrano abbastanza facilmente, con il gruppo che lascia rapidamente spazio.

In vista del primo GPM il distacco è di 5’40”, ma nell’ascesa continua a salire, anche se la fuga perde un corridore. Troia deve infatti lasciar andare gli altri, venendo così ripreso dal gruppo che continua a proseguire senza forzare. Quando si arriva a circa otto minuti di ritardo, la Trek – Segafredo ferma l’emorragia, senza concedere ulteriormente. Le salite di Chamoson e Vex lasciano i distacchi abbastanza invariati, ma dopo circa 120 chilometri di corsa anche altre squadre cominciano a portarsi in testa.

Complice il forte vento contrario e la collaborazione in testa di LottoNL – Jumbo e Cannondale – Drapac il distacco crolla nel tratto pianeggiante che porta verso Rasse. Allo scollinamento, posto a 26 chilometri dal traguardo, agli attaccanti non restano infatti che due minuti di margine sul gruppo, a quel punto condotto dalla Bahrain – Merida.

Il ritmo in gruppo aumenta quando ci si avvicina alla salita conclusiva e il margine scende ormai a meno di sessanta secondi. Debesay prova a forzare il ritmo, restando per qualche chilometro con il solo Armée, che rilancia quando Mamykin rientra, prolungando di qualche minuto l’agonia. Guidato dalla BMC, il gruppo cambia nuovamente ritmo sulle prime pendenze, le più dure, della salita conclusiva.

Con soli trenta secondi di vantaggio a dieci chilometri dalla conclusione ormai non c’è speranza per gli uomini di testa, che vengono ripresi a sette chilometri dal traguardo. Robert Gesink (LottoNL-Jumbo) apre le ostilità fra i big, portandosi dietro un gruppettino. Il vantaggio sul gruppo è tuttavia molto esiguo e quando parte Roman Kreuziger (Orica-Scott) il tentativo precedente viene annullato.

Il ceco resta per qualche minuto in avanscoperta, ma il suo vantaggio è molto ridotto e rapidamente viene a sua volta ripreso. Stessa sorte per il suo compagno Damien Howson. Ci provano anche Ion Izagirre (Bahrain-Merida), Tejay Van Garderen (BMC) e Primoz Roglic (LottoNL-Jumbo), ma le pendenze sono dolci e non c’è modo di evadere. Roglic ci prova ancora, imitato da Richie Porte (BMC), con il gruppo che nuovamente si rifà sotto.

Si arriva dunque tutti assieme negli ultimi due chilometri. Evitare la volata è impossibile e il tentativo di David Gaudu (FDJ) alla flamme rouge serve sostanzialmente a tirare la volata alle ruote veloci. Izagirre prova a sua volta ad allungare il gruppo, ma all’ultima curva è Michael Albasini (Orica-Scott) a presentarsi in testa. Confermando le previsioni dei bookmaker, che lo davano a quel punto a 2.50, lo svizzero sceglie l’attimo giusto e nessuno lo riprende più. Per lui settimo successo nella corsa di casa, mentre Diego Ulissi (UAE Team Emirates) deve accontentarsi del secondo posto davanti a Jesus Herrada (Movistar).

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